Una recente proposta di modifica alla legge n. 242/2016 che regola gli usi e le destinazioni dei prodotti derivanti dalla Cannabis Sativa potrebbe nuovamente compromettere l’andamento del settore della canapa legale, anche se la categoria dei canapicoltori e dei canapa shop non si sente minacciata.
Le priorità del nuovo governo!?
Nonostante l’emergenza nel settore energetico che preoccupa tutti gli italiani, il nuovo governo Meloni appena formato, ripropone lo scorso 13 Ottobre una legge per vietare la “cannabis light”, già presentata nel 2019. Nello specifico, le modifiche vorrebbero vietare l’impiego dei prodotti contenenti infiorescenze di Cannabis Sativa L. per “uso ricreativo”.
La proposta della modifica legislativa però sembra non tenere conto del fatto che l’uso ricreativo delle infiorescenze di “erba legale” (Cannabis Sativa L.) non è mai stato pubblicizzato, né in alcun modo promosso. Infatti i derivati della canapa come infiorescenze, resine e oli al CBD sono sempre stati venduti con la dicitura “per uso tecnico”. Per la produzione e successiva commercializzazione dei prodotti, è obbligatorio effettuare analisi tossicologiche specifiche che ne comprovano la legalità per gli usi e ai fini consentiti dalla legge. Inoltre, tutta la giurisprudenza esistente in materia, afferma chiaramente e in maniera univoca che il valore di 0,5% di THC non ha efficacia drogante nemmeno per un assuntore occasionale.
Anche se la situazione al momento non cambia, resta sempre opportuno seguire gli aggiornamenti legislativi. Si suppone che sia un nuovo pretesto per spaventare il settore della cannabis legale che negli ultimi anni di difficoltà ha creato tante opportunità di lavoro generando profitti anche per lo Stato. Ciò si ripercuoterà, come già visto in passato, soprattutto sulle piccole realtà che producono o vendono canapa e prodotti derivati. Come al solito in Italia si va in controtendenza rispetto agli altri stati che cercano invece di uscire dal proibizionismo canapa una risorsa utile come quella che è.