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Cannabis, avvenimenti a confronto: nel mondo e in Italia

Il 20 Giugno il Canada liberalizza la cannabis a uso ricreativo, non solo la “cannabis light” o marijuana leggera, ma una vera e propria depenalizzazione della cannabis (anche quella “medica” con il principio psicotropo, il THC).

In concomitanza, per la prima volta nella storia delle Nazioni unite, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), durante la sessione aperta della Commissione di Esperti sulle Dipendenze da Droga, informa di avviare una revisione delle proprietà terapeutiche della cannabis e annuncia quindi di voler rivalutare scientificamente gli effetti della marijuana, profilando così la possibilità di depennarla dalla lista stilata sulle droghe.

Ieri 21 Giugno 2018 in Italia, su molte testate giornalistiche, è stato pubblicato un articolo in cui il Consiglio Superiore di Sanità chiede il divieto alla libera vendita della “cannabis light”, quella legale con THC <0,6%, venduta ad uso tecnico, ovvero non destinata al consumo. Il CSS raccomanda, “nell’interesse della salute individuale e pubblica e in applicazione del principio di precauzione, che siano attivate le misure per bloccare la cannabis light” perché “non si può escludere la pericolosità del THC anche a basse concentrazioni in alcuni soggetti”.

Quindi, mentre da qualche parte nel mondo si provano a fare sforzi per regolamentare la cannabis in modo da poter avere anche i permessi e i mezzi per studiarla a scopo terapeutico, contemporaneamente in Italia, si cerca di dare disinformazione e fare ostruzionismo.

Oggi tempestivamente, il ministro della Salute, smentisce dicendo che il parere del CSS di vietare la vendita della cannabis light legale, è una “conclusione un po’ forte” e che non c’è emergenza o prova di nocività che giustifichi le chiusure, ma casomai sarà necessaria una regolamentazione del settore.

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